Dal Passetto fin giù a Numana, ecco tutte le spiagge del Conero.

Le spiagge del Conero offrono tutte scenari mozzafiato sui quali domina incontrastata una natura rigogliosa e selvaggia. Ciottoli levigati, scogliere a picco, la macchia profumata e sempre vicino, il monte alle spalle e il mare sorprendentemente cristallino. Sono questi gli elementi che caratterizzano questo angolo di paradiso, unico nel suo genere in tutto il versante italiano dell’alto e medio Adriatico.

La cosa forse più sorprendente è che, nononstante l’ovvio sfruttamento turistico di alcune di esse, esistano ancora delle spiagge praticamente selvagge che possono, anche se può sembrare strano, mettere in difficoltà il villeggiante meno organizzato.

Se proprio detestate i lettini e siete muniti di sneakers e di uno zaino leggero ben organizzato, troverete le location ideali per una vacanza “fisica” tutta salute.

Se invece siete degli inguaribili pigroni o una famiglia con i bimbi avrete un’ampia scelta di spiagge attrezzate e facilmente raggiungibili senza rinunciare mai alla bellezza tipica delle spiagge del Conero.

Di seguito una descrizione delle spiagge del Conero con indicazioni che non trovate sulle guide e che speriamo possano agevolare la vostra scelta.

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Il Passetto: una spiaggia sotto casa.

Anche se il territorio del Parco del Conero termina a poche centinaia di metri da questa spiaggia, il Passetto può considerarsi a pieno titolo una spiaggia del Conero. La conformazione morfologica tipica del promontorio del “Monte” (che al top altitudinale sfiora i 600 metri) si estende infatti fino al porto di Ancona passando per Le Rupi di Pietralacroce e il Passetto, caratterizzando tutta la città con un susseguirsi di colli che accompagnano i visitatori oltre i confini cittadini.

Il Passetto è la spiaggia cittadina, ci si arriva infatti direttamente dal centro storico di Ancona. Si percorre tutto il Viale della Vittoria fino ad arrivare al monumento ai Caduti struttura a tempietto circolare vestigia (come tutto il quartiere sviluppato sull’asse del viale) dell’architettura del ventennio fascista ad Ancona.

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Il monumento riserva anche una bella sorpresa. Da qui si sviluppa infatti un’imponente scalinata che porta fino al mare e proprio dal mare si può notare come tutta la struttura rappresenti in realtà un’aquila (…imperiale ovvio!) e il monumento la sua corona.

Per fortuna, per scendere giù al mare, c’è anche l’ascensore accolto in una discutibile struttura in cemento che dagli anni ’50 fa compagnia all’aquila ed evita ai frequentatori (orari di apertura permettendo) la scarpinata di diverse centinaia di scaloni.

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Diventato punto di ritrovo per la chiassosa movida anconetana grazie alla presenza di stabilimenti balneari con vocazione notturna, il Passetto è caratterizzato dalla presenza di centinaia di grotte, originariamente dei pescatori poi dei figli e poi dei figli dei figli.

Le grotte del Passetto sono l’esempio di quanto sia straordinaria l’Italia. Uno dei pochi paesi al mondo se non l’unico, dove (qui fino ad una trentina di anni fa) potevi fare un bel buco nella roccia alto e profondo, realizzarci una resistente volta in cemento, chiuderlo con un pittoresco cancello in legno ed ovviamente dotarlo di un funzionale scivolo per la barca sempre in cemento, il tutto ovviamente e rigorosamente abusivo.

Giuria - 1 Thomas Farina - Ancona

Con gli anni (che paese meraviglioso è l’Italia) le velleità legalizzatrici del Comune si sono spente, evitando di fatto l’insurrezione di centinaia di “grottaroli” (esserlo rappresentava un vero stile di vita),  fino ad autorizzare l’utilizzo delle grotte in cambio di un esiguo canone.

La visita al Passetto è consigliata, magari per un aperitivo sul mare ed una passeggiata romantica fino alle rocce della Seggiola del Papa.

 

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Più che una spiaggia, un luogo di culto.

Nel 2014 il concorso «La più bella sei tu» indetto da Legambiente e Touring Club incorona la spiaggia di Mezzavalle tra le venti spiagge più sognate d’Italia. Proprio così Insieme a Palinuro o agli arenili caraibici della Sardegna c’è anche Mezzavalle. (Leggi l’articolo)

mezzavalle

Ma se per gli italiani è una delle spiagge più belle, per i “nativi” è un vero e proprio luogo di culto dedicato a Madre Natura. Si sono costituite infatti tribù di anconetani che la popolano giorno e notte dai primi caldi primaverili fino alle ultimissime giornate di sole autunnali.

Con buona pace delle forze dell’ordine e del divieto di campeggio, ogni anno il rito si perpetua e così, approfittando di alcuni basamenti in cemento (ruderi di capanni abusivi abbattuti) completamente immersi nella rigogliosa macchia mediterranea, il popolo di Mezzavalle si spoglia di tutti gli orpelli della civiltà e torna a vivere allegramente in uno stato semi-primitivo.

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L’amore del popolo di Mezzavalle per questa spiaggia è viscerale. La prova di ciò sono le tante pagine Facebook dedicate e ancora più importante il comitato Mezzavalle Libera, che da anni rintuzza le velleità civilizzatrici delle amministrazioni comunali. Così, per la felicità di tutti quelli che sognano un angolo di paradiso dietro l’angolo, appena si sente parlare di stabilimenti, ristoranti o addirittura di seggiovie, dalla baia si alza un ruggito feroce.

Mezzavalle Libera

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Stabilito che, se amate la natura e l’attività fisica, Mezzavalle non può mancare al vostro carnet ecco una mini-guida per gustarsela appieno.

Mezzavalle è decisamente grande e lunga quindi anche nei weekend di agosto un posticino per l’asciugamano si trova. Certamente non sono queste le condizioni migliori per godersi questa spiaggia – ma il discorso vale anche per tutte le altre spiagge del Conero che in più sono anche molto più piccole – che andrebbe frequentata preferibilmente a fine giugno/primi di luglio e poi in settembre meteo permettendo.

La cosa migliore è dedicarle un giornata intera, dal mattino presto alla sera tardi dopo il tramonto. Questo, oltre al piacere in se della full-immersion nella natura del Conero, vi permetterà di evitare anche una serie di piccoli disagi che potrebbero turbare sin dall’inizio la vostra escursione.

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Si arriva dalla Strada Provinciale del Conero (SP1) dalla quale parte lo stradello che vi porterà giù al mare, ma prima dovete parcheggiare. Oltre ad un paio di piazzole lungo la strada normalmete piene delle auto di chi pernotta, esiste un grande parcheggio a pagamento all’altezza della rotatoria per Portonovo. In fondo al piazzale troverete un sentierino che passando tra i campi che vi eviterà di tornare indietro lungo la strada, sulla quale non dovrete MAI parcheggiare perchè la multa è sicura al 100%.

Raggiunto l’attacco dello stradello scorpirete che è largo, ben tenuto, ma alquanto ripido. Affrontiamo quindi l’argomento “Dotazioni” partendo proprio dalle calzature. Consigliamo snickers o sandali comodi, ben stretti e gommati.

Infradito o ciabattine vanno in borsa e con loro, oltre agli immancabili teli da mare e creme protettive, vi consigliamo vivamente:
– ombrello o tendalino parasole
– riserva d’acqua e pranzo al sacco.
Esistono ovviamente docce e bagni pubblici e c’è anche un unico storico ristorantino ai piedi dello stradello, ma su tempi di attesa (se avete una mezza idea prenotate subito quando scendete) e prezzi non ci pronunciamo… e poi diciamolo: non è nello spirito del nativo!

Con il nostro equipaggiamento possiamo quindi iniziare la discesa dello stradello. Niente di particolare a parte alcuni tratti più ripidi e la sconsigliatissima risalita sotto lo spiombo del sole. Tornando su la sera, oltre ad evitare un collasso cardio-circolatorio, potrete godere del panorama veramente incantato di “Mezza” al tramonto, una visione che vi riconcilierà con il mondo!

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Una volta in fondo la spiaggia si sviluppa per circa un terzo alla vostra destra in direzione Portonovo (al quale si arriva passeggiando sul bagnasciuga) e per gli altri due terzi alla vostra sinistra verso il Trave che è un’altra particolarità di Mezzavalle. La falesia si tuffa in mare e forma una lunga barriera rocciosa semi-affiorante utile sia per la proliferazione dei mitici “moscioli de Portonovo” sia per offrire un minimo di protezione alle barche all’ancora.

Più che una spiaggia, un luogo di culto.

Nel 2014 il concorso «La più bella sei tu» indetto da Legambiente e Touring Club incorona la spiaggia di Mezzavalle tra le venti spiagge più sognate d’Italia. Proprio così Insieme a Palinuro o agli arenili caraibici della Sardegna c’è anche Mezzavalle. (Leggi l’articolo)

mezzavalle

Ma se per gli italiani è una delle spiagge più belle, per i “nativi” è un vero e proprio luogo di culto dedicato a Madre Natura. Si sono costituite infatti tribù di anconetani che la popolano giorno e notte dai primi caldi primaverili fino alle ultimissime giornate di sole autunnali.

Con buona pace delle forze dell’ordine e del divieto di campeggio, ogni anno il rito si perpetua e così, approfittando di alcuni basamenti in cemento (ruderi di capanni abusivi abbattuti) completamente immersi nella rigogliosa macchia mediterranea, il popolo di Mezzavalle si spoglia di tutti gli orpelli della civiltà e torna a vivere allegramente in uno stato semi-primitivo.

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L’amore del popolo di Mezzavalle per questa spiaggia è viscerale. La prova di ciò sono le tante pagine Facebook dedicate e ancora più importante il comitato Mezzavalle Libera, che da anni rintuzza le velleità civilizzatrici delle amministrazioni comunali. Così, per la felicità di tutti quelli che sognano un angolo di paradiso dietro l’angolo, appena si sente parlare di stabilimenti, ristoranti o addirittura di seggiovie, dalla baia si alza un ruggito feroce.

Mezzavalle Libera

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Stabilito che, se amate la natura e l’attività fisica, Mezzavalle non può mancare al vostro carnet ecco una mini-guida per gustarsela appieno.

Mezzavalle è decisamente grande e lunga quindi anche nei weekend di agosto un posticino per l’asciugamano si trova. Certamente non sono queste le condizioni migliori per godersi questa spiaggia – ma il discorso vale anche per tutte le altre spiagge del Conero che in più sono anche molto più piccole – che andrebbe frequentata preferibilmente a fine giugno/primi di luglio e poi in settembre meteo permettendo.

La cosa migliore è dedicarle un giornata intera, dal mattino presto alla sera tardi dopo il tramonto. Questo, oltre al piacere in se della full-immersion nella natura del Conero, vi permetterà di evitare anche una serie di piccoli disagi che potrebbero turbare sin dall’inizio la vostra escursione.

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Si arriva dalla Strada Provinciale del Conero (SP1) dalla quale parte lo stradello che vi porterà giù al mare, ma prima dovete parcheggiare. Oltre ad un paio di piazzole lungo la strada normalmete piene delle auto di chi pernotta, esiste un grande parcheggio a pagamento all’altezza della rotatoria per Portonovo. In fondo al piazzale troverete un sentierino che passando tra i campi che vi eviterà di tornare indietro lungo la strada, sulla quale non dovrete MAI parcheggiare perchè la multa è sicura al 100%.

Raggiunto l’attacco dello stradello scorpirete che è largo, ben tenuto, ma alquanto ripido. Affrontiamo quindi l’argomento “Dotazioni” partendo proprio dalle calzature. Consigliamo snickers o sandali comodi, ben stretti e gommati.

Infradito o ciabattine vanno in borsa e con loro, oltre agli immancabili teli da mare e creme protettive, vi consigliamo vivamente:
– ombrello o tendalino parasole
– riserva d’acqua e pranzo al sacco.
Esistono ovviamente docce e bagni pubblici e c’è anche un unico storico ristorantino ai piedi dello stradello, ma su tempi di attesa (se avete una mezza idea prenotate subito quando scendete) e prezzi non ci pronunciamo… e poi diciamolo: non è nello spirito del nativo!

Con il nostro equipaggiamento possiamo quindi iniziare la discesa dello stradello. Niente di particolare a parte alcuni tratti più ripidi e la sconsigliatissima risalita sotto lo spiombo del sole. Tornando su la sera, oltre ad evitare un collasso cardio-circolatorio, potrete godere del panorama veramente incantato di “Mezza” al tramonto, una visione che vi riconcilierà con il mondo!

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Una volta in fondo la spiaggia si sviluppa per circa un terzo alla vostra destra in direzione Portonovo (al quale si arriva passeggiando sul bagnasciuga) e per gli altri due terzi alla vostra sinistra verso il Trave che è un’altra particolarità di Mezzavalle. La falesia si tuffa in mare e forma una lunga barriera rocciosa semi-affiorante utile sia per la proliferazione dei mitici “moscioli de Portonovo” sia per offrire un minimo di protezione alle barche all’ancora.